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Turismo sì, purché esperienziale

Turismo sì, purché esperienziale

Pubblicato da Rita Covello
apr 1, 2017
4 minuti di lettura

Il concetto di turismo si sta trasformando da “cosa mi offri” a “come mi fai sentire”. Il fattore umano, fatto di persone con le loro usanze e abitudini, attrae i turisti più dei monumenti e delle bellezze naturali. Circa un terzo degli europei chiede di essere protagonista e non più solo spettatore. C’è una nuova frontiera del turismo dove...

...la parola “esperienza” sta modificando l’approccio al viaggio. Un modello che ha fatto nascere startup in tutto il mondo, Italia inclusa, creando una nuova fetta di mercato che si definisce “esperienziale”. In questo tipo di vacanze il turista impara qualcosa, allarga i propri orizzonti, torna a casa non soltanto con le foto ma con il ricordo e le emozioni di un’esperienza ed un bagaglio culturale arricchito. Tra tours culturali, esperienze gastronomiche, attività naturalistiche o sportive, scoperta delle proprie radici, laboratori artigianali, si viaggia per apprendere, immergersi in momenti di vita quotidiana e partecipare ad attività.

È l’evoluzione del concetto di lusso che non è più basato su beni esclusivi e materiali ma sul benessere relazionale. Il viaggio è un’esperienza fatta di incontri e conoscenze, di condivisione di passioni.

turismo esperienziale relazionale

Sono molti gli operatori turistici che hanno visto in questa nuova nicchia di mercato un vantaggio competitivo per emergere e oggi il turismo esperienziale è senza dubbio il trend del momento. Il web trabocca di proposte che promettono di attrarre grandi flussi di clienti sulla base di un’offerta personalizzata e memorabile. Tutto viene presentato come una ”esperienza turistica” e la parola “esperienza” è diventata uno slogan obbligatorio per qualunque proposta, anche se troppo spesso di esperienziale ha poco o nulla. La trasformazione è avvenuta solo in termini di comunicazione e non nella sostanza: la confezione cambia, non il prodotto.


A questo punto la domanda sorge spontanea: come districarsi in questa selva?

Come riconoscere i prodotti esperienziali da quelli che ne portano solo l’etichetta? La questione non riguarda solo i turisti ma anche gli operatori italiani e stranieri che vogliono proporre un turismo esperienziale di qualità e di sostanza.

Cerchiamo di capire meglio cosa vuol dire esperienza e quali sono le finalità del turismo esperienziale. Tra le definizioni date alla parola Esperienza troviamo la seguente:

“ogni singolo atto o avvenimento, occasionale o deliberatamente cercato, al quale si è partecipato e dal quale si è ricavata una conoscenza, una modificazione di comportamento, di sensibilità ecc.” (Garzanti Linguistica)

Il turismo esperienziale vuole proporre attività immersive che siano memorabili e uniche ma che possano anche influire con modalità sostenibili e responsabili alla valorizzazione del territorio. L’esperienza quindi non sarà vissuta solo da chi la fruisce ma anche da chi la eroga.

esperienze sostenibil

Come catturare l’attenzione del nuovo viaggiatore?

Al cliente dobbiamo offrire:

  • unicità: la sua esperienza poteva avvenire solo in quel luogo
  • autenticità: le persone che incontrerà e le attività che sperimenterà sono legate alle tradizioni e al territorio
  • intrattenimento: raccontare coinvolgendo e trasformando in gioco l’esperienza che si vive
  • coinvolgimento: il cliente è protagonista, sperimenta e impara
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Come dovrebbero lavorare gli operatori?

Agli operatori che vogliono vendere turismo esperienziale dobbiamo assicurare:

  • professionalità: ci vogliono attitudine, competenze specifiche, continua formazione e contatto con il territorio per offrire un prodotto di qualità
  • uniformità: è necessario proporre un prodotto omogeneo su tutto il territorio italiano e su tutte le tematiche
  • originalità: il mercato richiede prodotti sempre nuovi e di forte identità con possibilità di personalizzazione

Per ottenere tutto questo occorre comprendere le passioni e le tradizioni alla base della cultura turistica del territorio e degli operatori. Facendo leva sulle “passioni” dei viaggiatori, definire nuove tematiche sulle quali realizzare offerte altamente differenziate mirate a soddisfare i clienti e meravigliarli. Per fare ciò occorre essere creativi, l’obiettivo finale è progettare esperienze che stupiscano e intercettino i gusti specifici dei turisti.

Un cliente positivamente sorpreso dall’esperienza vissuta sarà il migliore testimonial con il passaparola.

passaparola esperienze

Ed è proprio in questa direzione che stanno andando le nuove startup del turismo come Artès che ha ideato le “storie da vivere insieme”, un prodotto esperienziale originale dove il turista diventa protagonista. Dallo “storytelling” allo “Storyliving”: lo schema dell’itinerario raccontato viene sostituito con quello della “Storia da Vivere Insieme”, un genere di intrattenimento immersivo completamente nuovo, una nuova definizione di esperienza dove il territorio diventa palcoscenico.

L’obiettivo è valorizzare il patrimonio culturale italiano, creare una ricaduta economica per il territorio, offrire ai turisti un prodotto che crea benessere relazionale e diventa così unico e irripetibile.

Artès non si è limitata a creare un prodotto ma ha messo a punto un progetto molto più ampio che si sviluppa su tre livelli.

  • La formazione ed il riconoscimento della figura professionale dell’operatore esperienziale attraverso un’associazione riconosciuta dal ministero -  Assotes
  • La creazione di una community che condivide obiettivi e valori e diventa laboratorio creativo e stimolo per i territori - Progetto Artès
  • Una proposta commerciale uniforme, affidabile, accurata e personalizzabile che risponda alle esigenze del mercato nazionale e internazionale - Turismo esperienziale

corso Matera_Artes.jpgArtès: corso di Matera, 2016

Tre anime per consentire all’Italia di giocare un ruolo significativo nel turismo esperienziale.

 

 

Cosa significa Turismo esperienziale per te?

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Rita Covello
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Socia fondatrice di Artès srl SB. Architetto di formazione, da circa 15 anni lavora nel turismo. L’esperienza, le competenze acquisite e la voglia di proporre sempre soluzioni originali, autentiche e personalizzate l’hanno spinta a fondare T4T Tailors for Tourism (http://www.t4tourism.eu/). Ha da poco pubblicato la guida turistica Napoli al femminile di Morellini editore (http://www.morellinieditore.it/).
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